PICCOLO REPORT
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia, per ripigliar poi il nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.”.
E come il romanzo si apre con un potente squarcio paesaggistico su Lecco , tanto caro a Manzoni, anche il 4° OME prende inizio proprio da lì, precisamente dal parcheggio di via Adda, ancorchè il vicino ponte non sia quello decantato dallo scrittore (non io). Il Triangolo Lariano: il nostro itinerario. Sino alla punta, Bellagio, ambiente esclusivo denominato non a torto la perla del Lago di Como, percorrendo strade di media montagna immerse nel verde, e costeggiando il lago.
Orbene. Lasciamo Lecco attraversando il ponte Kennedy. Pochi km e ci immettiamo sul vecchio tratto della superstrada 36 che costeggia il lago di Annone, un breve rettilineo e prendiamo la prima uscita per Como/Erba. Nemmeno il tempo di inserire tutte le marce ed eccoci a Pusiano. Al semaforo posto all’ inizio del paese giriamo a destra e seguiamo le indicazioni per Canzo, cominciamo ad alzarci spaziando con la vista sui laghetti morenici. Dopo qualche curva ne incontriamo un altro veramente minuscolo: il Segrino. Costeggiamo la sua riva sinistra ed arriviamo a Canzo, rinomata stazione di soggiorno caratterizzata da ville padronali del 1700 e 1800. Proseguiamo superando Asso fino ad arrivare a Barni, piccolo centro situato in una bellissima conca e dominato dal castello medioevale che la vegetazione ha quasi interamente celato alla vista, anche dei motociclisti, e ci inerpichiamo su di una strada mediamente tortuosa sino al Ristorante “La Madonnina”. E da quel magnifico Belvedere possiamo ammirare il ramo destro del lago sino a Lecco nonché le imponenti Grigne. Dopo alcune foto di rito, lasciamo il sito e scendiamo superando nell’ordine Magreglio e Madonna del Ghisallo, protettrice dei ciclisti. Ancora una decina di km tutti in discesa con forte invito a piegare, ed ecco ad attenderci Bellagio, consapevole della propria bellezza: turismo, shopping, giardini, ville e quant’altro. La visitiamo lasciandoci trasportare dalle emozioni; camminiamo lungo il parco, il centro e ci riempiamo gli occhi dei suoi colori e dei suoi profumi. Al termine della sosta si riparte verso Lezzeno (famosa anche per i “missultitt”, pesci di lago -agoni- essiccati al sole, pressati col sale nelle cosiddette “missolte” e cucinati alla brace) e quindi il pittoresco borgo di Nesso. Lasciamo la strada statale e saliamo verso il riposante Pian del Tivano, conca verde lambita da quel caratteristico vento del lago che ne ha preso il nome e che, in passato, concorse a far nascere leggende di castelli e regine. Raggiunto il punto più alto del nostro giro, e precisamente la località “la Colma”, dal cui versante opposto termina anche il “muro di Sormano” (nota salita tra gli appassionati di ciclismo, specie professionistico, per la sua difficoltà con punte del 24%) scendiamo quindi a valle attraversando Caglio, caratteristico paese di montagna, sede di un vero gioiello di arte romanica, e Rezzago. Riprendiamo la strada “Valassina” che sarà abbandonata dopo pochi chilometri per svoltare a sinistra entrando nella valle delle sorgenti, arrivando finalmente a Valbrona per il meritato pranzo.
RINGRAZIAMENTI ED ALTRO:
Al termine di questa meravigliosa esperienza desidero ringraziare tutti coloro, vicini e soprattutto lontani che, con appassionata partecipazione, hanno contribuito a realizzare il successo del 4° OME.
E’ stato un giorno di straordinaria aggregazione tra deauvillers nuovi e veterani – e Signore - provenienti da varie Regioni e anche dalla vicina Svizzera, e di appagante scambio di idee sotto il profilo tecnico, ma ancor di più personale. Nel corso di questo, seppur breve, "raduno" ho avuto, ancora una volta, conferma che il nostro gruppo è ricco di personalità talentuose, capaci, creative e serie, oltrechè di buona compagnia, di cui ho l’onore di farne parte. Non sono mancati momenti di critiche e confronti, di cui tuttavia ho apprezzato la costruttività, volano indispensabile per la positiva definizione di sgradevoli situazioni, inutile nasconderlo, che purtroppo stanno interessando anche il nostro gruppo e che spero rientrino presto.
Un particolare ringraziamento a coloro che si sono spesi per assicurare il regolare movimento della “carovana”.
Sono veramente dispiaciuto invece per gli amici che per vari motivi non risolvibili, non hanno potuto partecipare.
Un pensiero va anche a chi, per vari motivi, che rispetto ma non capisco, ha eluso l’evento. Spiace che costoro abbiano, perciò, perso una occasione preziosa per condividere ancora una volta, con rara gioia e serenità, la compagnia dei Deauvillers.
Ruggy, nuovamente di auguro una rapida guarigione per poter rimontare a presto in sella e raggiungerci nelle prossime uscite.
Vi do appuntamento alle prossime occasioni di ritrovo, nella speranza che possano, in tal futuro, presenziare anche coloro che a Lecco erano assenti.